Il dolore sessuale nella donna.
Mi piace pensare al dolore sessuale femminile non solamente come a una condizione da “curare” o dalla quale “guarire” ma a una dimensione che interfaccia, prima di tutto, le dimensioni del desiderio e del piacere.
Si parla più facilmente di dolore sessuale nella donna che di piacere in quanto il primo è maggiormente legittimato da un punto di vista sociale. La condizione dolorosa e’ accettata innanzitutto perché ritenuta “non intenzionale” ossia non dipendente dalla volontà della donna. Quando si tratta di piacere, la questione cambia.
Il desiderio sessuale femminile “non può essere detto” nella misura in cui la donna non si permette di sentirlo e quindi di esprimerlo. La donna è colei che riceve, che accoglie, che non prende ’iniziativa, che attende sia il partner ad accendere la passione.
Se la donna chiede e “agisce” le proprie “voglie” è una “poco di buono”, una facile”, una “poco affidabile” , ” una che fa l’amore come un uomo”.
Il desiderio e la passione sono da sempre ritenuti aspetti “maschili” e quindi oggetto di vergogna e colpa se letti “al femminile”.
Ma cos’è il dolore sessuale femminile?
Il dolore sessuale femminile è una condizione che impedisce alla donna, in primo luogo, di vivere la sessualità pienamente e serenamente.
Il dolore sessuale non si riduce ad una sensazione algica, non è solamente un dolore acuto, intenso, leggero, profondo, superficiale che può coinvolgere la vulva, parte di essa, la vagina, la clitoride.
Il dolore sessuale è una condizione anche (ma non solo) psichica che può essere causa o con-causa del malessere oppure esserne una conseguenza.
Spesso il dolore sessuale ha cause organiche per le quali va individuato, indiscutibilmente, il trattamento medico più idoneo.
Per contro, ogni sintomo doloroso, ogni pensiero e sensazione che l’accompagnano possono avere a che fare con un desiderio e una richiesta di piacere che non hanno spazio e diritto di cittadinanza.
Per tale motivo, la gestione del dolore, e il suo agire all’interno del meccanismo per il quale la donna evita il rapporto sessuale per paura di “sentire male”, passa attraverso il risveglio di un desiderio assopito e una ricerca del piacere che la donna deve permettersi.
La richiesta, quindi, può essere letta e tradotta in una richiesta di ripristino del piacere attraverso l’eliminazione del dolore.
La domanda legittima, allora, non è più “non voglio più soffrire”, “non voglio più sentire dolore” ma “voglio des iderare”, “desidero desiderare ”.
Nuovamente.
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