Eiaculazione precoce secondo J. P. Siméon “Rivendicare la lentezza: nel nostro mondo a tutto vapore, è un diritto delizioso di cui siamo stati privati” .
L’eiaculazione precoce (EP) rappresenta il disturbo maschile più diffuso (dal 5 al 40% degli uomini sessualmente attivi, Jannini, Lenzi, 2006) sebbene ancora oggi sia difficile darne un’univoca definizione.
L’eiaculazione precoce è, secondo il DSM – IV TR, la persistente o ricorrente eiaculazione a seguito di una minima stimolazione sessuale prima, durante e o poco dopo la penetrazione e prima che il soggetto la desideri. Il clinico deve tener conto dei fattori che influenzano la durata della fase di eccitazione, come l’età, la novità del partner sessuale e della situazione e la frequenza recente dell’attività sessuale.
Spesso si associa ad un alto livello di ansia, vergogna, imbarazzo, disagio relazionale e altri disturbi sessuali correlati come la disfunzione erettile (DE) oltre che provocare malessere nella partner che può non essere appagata sessualmente.
Ci possono essere, inoltre, come in tutti disturbi sessuali, una forma primaria (lifelong) e una forma secondaria ossia acquisita a seguito di un particolare evento o fase di vita.
La caratteristica di questo quadro è l’incapacità di controllo dell’uomo sul processo eiaculatorio.
Anche qui ci sono pareri discordanti sul concetto o idea di controllo.
Numerosi studi hanno cercato di dare una definizione esaustiva ai fini di un inquadramento diagnostico basandosi, di volta in volta, su differenti dimensioni quali la quantità di spinte pelviche (alcuni studi riportano il numero di 8 spinte pelviche al di sotto del quale si parla di EP, Segraves e coll.)
Maggiormente interessante sembra essere l’individuazione dello IELT (Intravaginal Ejaculatory Latency Time) ovvero il tempo trascorso tra l’introduzione del pene e l’eiaculazione. Alcuni studiosi propongono uno IELT minimo di 4 minuti al di sotto del quale si parla di eiaculazione precoce.
Una definizione, a mio parere interessante soprattutto da un punto di vista terapeutico, è relativa alla soddisfazione della partner; da qui il concetto di eiaculazione prematura, in sostituzione a quello di eiaculazione precoce, che si basa sul livello di soddisfazione sessuale della partner. Sappiamo che il parere e il giudizio della partner in queste situazioni hanno un peso fondamentale circa la costruzione dei vissuti di fallimento o meno dell’uomo.
Master e Jonhson (1996) definirono che un uomo fa esperienza di eiaculazione precoce se, non è in grado di ritardare la sua prestazione in modo tale che la partner sia soddisfatta in almeno il 50% dei rapporti.
Ma quali sono le cause principali?
Diverse spiegazioni sono state date allo scopo di individuare i fattori che possono favorire l’EP; da un livello di ansia molto elevato accompagnato spesso da pensieri distraenti quali pensieri circa la perfomance sessuale ad una particolare sensibilità del pene (bassa soglia sensoriale).
Che cosa fare per affrontare il problema?
- Condividere il problema con la partner, parlarne; una buona comunicazione nella coppia può aiutare nell’affrontare la difficoltà e il disagio che ne consegue; la partner può, da un punto di vista terapeutico, contribuire in maniera efficace alla cura mettendosi in una posizione di ascolto del proprio compagno e di collaborazione condividendo, se presente in terapia, una serie di prescrizioni relazionali e sessuali.
- Imparare a spostarsi dalla dimensione di prestazione (performance) alla dimensione di piacevolezza e di piacere; significa riacquisire (o acquistare per la prima volta) familiarità con il proprio corpo (che non si esaurisce con la funzionalità dei genitali), con le sue sensazioni e la sua eccitazione.
- Rivolgersi ad un professionista competente in materia sessuologica che sia in grado di diagnosticare innanzitutto le caratteristiche dell’EP in modo da individuare il professionista e l’intervento più adeguati; ricordiamoci che sono almeno quattro le forme di EP di cui la prima è quella primaria (lifelong) il cui trattamento elettivo sembra essere quello medico per arrivare a forme secondarie naturalmente variabili per le quali l’intervento elettivo è quello psico-sessuologico. Le figure coinvolte possono essere il medico di base, l’andrologo, il sessuologo.
- Informarsi sui trattamenti possibili e avere fiducia nella cura/intervento.
Eiaculazione precoce: elogio della lentezza di Silvia Lelli
Riferimenti bibliografici:
Simonelli, C., L’approccio integrato in sessuologia, Franco Angeli, Milano.
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