Fiducia e controllo nella coppia.Ti tengo d’occhio!
“La fiducia è una relazione sicura con l’ignoto” R. Botsman
In qualità di terapeuta di coppia, mi trovo spesso ad aver a che fare con il tema della fiducia e controllo nella coppia.
Dopo un tradimento o anche semplicemente per poca fiducia sin dall’inizio del rapporto, le coppie possono dover affrontare la questione del controllo.
Ma quali sono gli atteggiamenti e comportamenti più frequenti nei confronti del partner?
Tutti noi, forse, almeno una volta abbiamo curiosato (o avremmo voluto farlo) nel cellulare (messaggi, whatsapp) o nella posta elettronica del/della nostra partner, un po’ come accade nella commedia “Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese.
Ma anche conoscere le password del /della partner o avere profili comuni di coppia sui social network può offrirci l’illusione che tutto sia sotto controllo e che la nostra storia, in fondo, non abbia nessun segreto.
O avere infine l’accesso al conto bancario dell’altro (se i conti sono separati) o a qualsiasi altra informazioni personale dell’altro.
Convinzione comune è che più cose condivido con il mio partner o più gli/le sto vicino più posso controllare e prevedere gli eventi che mi/ci accadranno come coppia.
Al di là di situazioni, che meritano un discorso a parte, nelle quali ci siano comportamenti violenti e abusanti (dove si manifestano spesso una gelosia ed un controllo patologici), gli atteggiamenti di continua supervisione dell’altro, oltre ad essere molto dispendiosi da un punto di vista di energia e tempo, possono non essere così efficaci se non addirittura controproducenti; in particolar modo se l’obiettivo è quello di tenere a sé l’altro, conquistarlo o riconquistarlo, riaccendere il desiderio o ritrovare l’intesa e la complicità di coppia.
Ecco allora alcune indicazioni di massima per non cadere nella tentazione di voler controllare ogni azione e movimento del nostro partner e porre le basi per la costruzione di una dimensione di reciproca fiducia:
- Ciascun partner deve coltivare e mantenere gli spazi individuali (passioni e interessi);
- Ciascun partner deve coltivare e mantenere le proprie amicizie (non necessariamente dello stesso sesso); H. Jellouschek, psicoterapeuta di coppia, pone l’accento sull’importanza di coltivare amicizie appartenenti sia al proprio sesso che al sesso opposto, affermando che una dimensione di erotizzazione può esserci sia nell’uno che nell’altro caso. Per erotizzazione, svincolata dal concetto di sessualità agita, pensata o desiderata, si intende una dimensione di appagamento legata ad alcune affinità relazionali, emotive ed intellettive che non possiamo avere con il nostro/a partner;
- Ciascun partner dovrà rinunciare all’aspettativa reciproca del “non tengo nulla per me” ( i miti del “lui/lei è un libro aperto per me” e del “ci leggiamo nel pensiero”) potendo, ciascuno, conservare “il proprio giardino segreto”; E. Perel afferma a tal proposito: “Invece di illuderci di essere al sicuro […] dobbiamo imparare a convivere con le incertezze, le attrazioni, le lusinghe, le fantasie, nostre e quelle del partner. Le coppie che si sentono libere di parlare con sincerità dei propri desideri, anche quando non hanno come oggetto l’altro, paradossalmente diventano più legate”;
- In alcuni casi, il sesso può divenire lo strumento per accertarsi dell’amore dell’altro; accanirsi nel voler fare l’amore ( o fare sesso) per “placare l’ansia” può portare, alla lunga, ad un calo del desiderio da parte di chi si sente “sotto esame continuo”;
- Meglio optare, infine, per profili personali e telefoni con pin privati; fondamentale è che a ciascuno dei due partner venga garantita la legittima privacy.
Bibliografia:
- Jellouschek, H., “L’arte di vivere in coppia”, Ed. Magi, Roma, 2003
- Perel, E., “Così fan tutti”, Ed. Solferino, Milano, 2018
Filmografia:
- “Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese, 2016
Silvia Lelli – Fiducia e controllo nella coppia
Leave a Comment