Cos’è l’intimità nella coppia? Come si traduce nelle dinamiche della coppia? Cosa ci rende intimi nel nostro rapporto con l’altro?
Spesso viene descritta come “unione con l’altro”, “comprensione reciproca”, “vicinanza”, “empatia”, “aprirsi all’altro”, “rivelazione reciproca”.
In realtà, l’intimità nella coppia sembra, nella stragrande maggioranza delle coppie, svilupparsi attraverso il conflitto, l’auto conferma e la rivelazione unilaterale.
L’intimità nella coppia: il punto di vista di Schnarch.
Schnarch (1977) distingue due diversi tipi di intimità che si manifestano all’interno della dinamica di coppia:
– la prima è quella che spesso viene presa in considerazione (anche dagli stessi terapeuti di coppia) come “intimità vera”; è “l’intimità confermata dall’Altro” ovvero un’intimità che comporta l’accettazione e la reciproca rivelazione da parte del partner e suona più o meno così: “ti parlerò di me stesso/a, ma soltanto se mi parlerai di te. Se tu non lo fai, non lo farò nemmeno io. Ma io lo desidero, così lo devi fare. Lo farò, quindi, per primo/a di modo che tu sarai poi obbligato/a ad aprirti.
E se io lo faccio per primo/a, devi farmi sentire sicuro/a. Devo essere in grado di fidarmi di te”.
– la seconda è quella collegata al processo di differenziazione (ovvero la capacità di mantenere il senso di noi stessi mentre siamo in stretto contatto con persone significative); è “l’intimità auto confermata” che si fonda sull’idea che una persona possa mantenere il proprio senso di identità, rivelandosi, anche quando è in stretta relazione con l’Altro, senza un’aspettativa di accettazione. Suona diversamente dalla prima forma di intimità: “non mi aspetto che tu sia d’accordo con me; non sei stato/a messo/a sulla faccia della terra per confermarmi e rafforzarmi. Ma voglio che tu mi ami, e non puoi realmente farlo se non mi conosci. Non voglio il tuo rifiuto, ma devo affrontare questa possibilità se devo sentirmi accettato/a. E’ il momento di mostrarmi a te, e di confrontare la mia separazione. Un giorno, quando non saremo più insieme sulla terra, voglio sapere che mi conoscevi.
E’ quest’ultima modalità intima che permette una rivelazione di sé stessi senza timori; è quella forma di intimità che ci rende autenticamente liberi all’interno della nostra relazione.
Afferma F. Jullien nel suo libro “Sull’intimità. Lontano dal frastuono dell’Amore”:
“[…] fino a che punto non ci si impegna nell’intimità, o questa non esige invece una decisione?
Bisogna infatti osare l’intimità: osare, nell’incontro con l’Altro, scuotere la comodità del proprio, arrischiarsi in un’avventura in cui lascia il bozzolo delle frontiere che fissano “l’io” e all’interno delle quali esso si appartiene e si tesaurizza. Spesso ci si è fermati a metà strada. Perché si ha paura di andare troppo lontano, si preferisce rimanere “realisti; […] Si può rispondere, oppure no, all’appello dell’intimità…[…] La questione è dunque, di fatto: fin dove entrambi rischiamo – scommettiamo – per uscire dal nostro isolamento-affiancamento (solitudini in parallelo) e cadere “da una stessa parte” di fronte ad “altri” del mondo?”
Leave a Comment