Le coppie con quali mi trovo a lavorare sono coppie conflittuali. Il conflitto può sfociare o meno in un litigio nella coppia e ciò dipende dalle caratteristiche di quest’ultima. In ogni caso, il litigio nella coppia sembra essere una modalità di comunicazione frequente
Per quali motivi litighiamo?
Ci sono due tipi di coppie che mal funzionano: quelle che non litigano mai e quelle che litigano sempre. Con entrambe, il lavoro si focalizza sull’utilizzo del dialogo e della comunicazione; con le prime il lavoro terapeutico è ridefinire il concetto di confronto/scontro che è fondamentale all’interno del gioco di coppia e che, paradossalmente, può far emergere (e superare) difficoltà e conflitti irrisolti. Con le seconde, il lavoro terapeutico ha lo scopo di svelare i non detti e interrompere il “gioco conflittuale” offrendo nuove modalità di incontro/scontro.
Per prima cosa, il litigio è una forma di comunicazione; il litigio serve, seppur in maniera maldestra, a dire all’altro/a qualcosa. Il litigio aiuta a “tirare fuori” e a “mettere in piazza” le questioni che stanno a cuore.
D’altro canto, può anche “paralizzare” in un gioco “senza fine” all’interno del quale l’unico modo è quello di sopraffare l’altro/a con la propria parola e con la propria ragione.
Quali funzioni ha il litigio nella coppia?
Il litigio ha alcune caratteristiche:
- lega l’uno/a all’altro/a (e non slega o separa, come spesso si pensa);
- riguarda sempre le stesse cose (si litiga sempre per le stesse questioni);
- si autoalimenta (più litigo, più non riesco a non litigare);
- è una forma di comunicazione facile e a portata di mano;
- serve a placare la nostra ansia (litighiamo quando ci sentiamo minacciati dall’altro/a e/o dalla situazione);
- sprigiona energia (che dev’essere però incanalata in maniera costruttiva e non distruttiva);
- è una ricerca continua dell’altro e della sua conferma nei nostri confronti (Schnarch propone il concetto di “intimità confermata dall’altro/a”);
- è legato al desiderio nella misura in cui se si litiga troppo spesso, si finisce per desiderare meno.
Come posso farvi fronte?
Alcune indicazioni sono utili per gestire il conflitto; ciò nella fase del litigio in atto (fase acuta) e nella fase post – litigio (fase cronicizzante).
Durante il litigio nella coppia:
- Interrompere i pensieri che alimentano lo scontro verbale;
- Non accanirsi sulla questione per trovare una soluzione; individuare, invece, un momento più opportuno per la discussione;
- Separarsi fisicamente (cambiare stanza o uscire di casa) quando necessario.
Nella fase post – litigio nella coppia:
- Stare su come stiamo/cosa facciamo noi, non su come sta/cosa fa l’altro;
- Stare sulla questione particolare e non generalizzare ad altri ambiti della relazione;
- Evitare le modalità che portano al dialogo fallimentare con l’altro/a (Nardone, 2005) come puntualizzare, recriminare, rinfacciare, predicare, biasimare;
- Utilizzare un diario e annotare quali sono le questioni che vengono discusse;
- Non cercare conferme continue nell’altro/a (Schnarch propone il concetto di “intimità autoconfermata” ossia la capacità di “contare su di noi” mentre ci si relaziona all’altro/a);
- Accettare che essere “fuori sintonia” con il partner può essere funzionale a ritrovarsi (Schnarch, 2001);
- Placare la propria ansia (Schnarch, 2001).
Come può aiutarmi la terapia?
In terapia esistono numerose prescrizioni per la gestione del conflitto e il ripristino del dialogo nella coppia; le prescrizioni sono indicazioni e/o compiti che vengono dati ai pazienti e che possono essere di natura ideativa, relazionale o sessuale a seconda dell’obiettivo terapeutico.
Al fine di gestire il conflitto, le indicazioni possono essere specifiche come “litigare solo in seduta” (con lo scopo di circoscrivere lo scontro all’interno dello spazio della terapia) oppure tenere un “diario dei litigi” o un “quaderno delle lamentele”; altre prescrizioni prevedono che ciascun membro della coppia possa ritagliarsi un tempo preciso (che va concordato) per raccontarsi all’altro/a, senza che quest’ultimo abbia la facoltà di rispondere o ribattere. E’ importante sottolineare che i compiti hanno una loro efficacia solo se prescritti all’interno di un percorso di terapia dove l’obiettivo deve essere chiaro e condiviso.
Breve bibliografia:
Nardone, G., Corregimi se sbaglio.Strategie di comunicazione per appianare i conflitti nelle relazioni di coppia, 2005, Ed. Ponte alle Grazie, Milano.
Jellouschek, H., L’arte di vivere in coppia, 2003, Ed. Magi, Roma.
Schnarch, D., La passione nel matrimonio. Sesso e intimità nelle relazioni d’amore, 2001, Ed. Raffaello Cortina, Milano.
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